L’invito ad abituarsi all’invisibile diviene gioco indiscutibile di probabili allucinazioni, o addirittura di improbabili lampeggi che avvolgono il nostro subconscio, per avviarci alle immaginazioni policromatiche dell’irreale. Un fantasticare sottoposto al flusso irrefrenabile del quotidiano e alle armonie di un dettato poetico che punta a dei cardini irrinunciabili della mente.
Dobbiamo quindi arrischiare, osare una intuizione momentanea che in fondo è libero fluido di più contese del simbolo, nutrito da ansie erratiche, da controlli dell’ora, da sorvegliate incertezze della emotività, da sottaciute cicatrici.
Il volume si suddivide in quattro sezioni: “L’ingiustizia del tempo”, “Paura degli sguardi”, “Le conseguenze della notte”, “Cosa conta davvero”, ma il ricamo della scrittura si presenta concretamente omogeneo in un benevolo approccio di fermentazione per una poesia radicata e sempre in gemma delle immagini, fermate da una camera oscura che poi da sola conduce alla retina radiosa.
“Il tempo divora se stesso;/ la lancetta svolge il suo compito/ nell’indifferenza, mentre domandi/ quante persone sarai stasera:/ difenderai la maschera, il mantra/ di chi accetta che, nel soccombere,/ il vento logori se stesso.”
Soverchiato, annichilito dalle parole che l’assediano da ogni dove il poeta sembra imbrigliare le domande per tastare la spontaneità del sopravvivere.
“Il cemento della nostra volontà/ riporta alla mente i solidi dubbi:/ traballanti fondamenta del corpo/ avranno pienezza per sorreggere/ i pensieri, soliti lamentarsi/ che gli avvenimenti sono prigioni/ nel panorama delle possibilità?”
Scegliere, onorare, staccare, strappare come i fiori selvatici del campo per riparare una probabile sconfitta del tempo. Così pure la luce che acceca diventa canto in un boato, o improvvisamente l’incomunicabile si presenta come “Nelle crepe del muro penetra/ l’edera fra le fessure che si dilatano.”
Giorgio Montanari riesce con il gesto del simbolo a ricamare il metodo che salva l’armonia del verso ed eleva a sistema l’immaginativo e l’emotivo nell’avvolgente proposito di coinvolgere il lettore nel flusso dell’invisibile.
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ANTONIO SPAGNUOLO
(Giorgio ringrazia di cuore l’amico e celebre poeta Antonio Spagnuolo.
Info sulla pubblicazione qui: http://www.giorgiomontanari.it/poesia/
Per gentile concessione; testo tratto da: http://antonio-spagnuolo-poetry.blogspot.com/2022/04/segnalazione-volumi-giorgio-montanari.html )
**Giorgio Montanari: “Abituarsi all’invisibile” – Ed. Giacovelli – 2022 – pag. 70 – € 12,00
il noto poeta ANTONIO SPAGNUOLO recensisce Giorgio Montanari: “Abituarsi all’invisibile” – Ed. Giacovelli