«Adesso siamo qui» pulsa come il rientro dei Subsonica dopo quattro anni di silenzio. Il ritornello di “Jolly Roger” è infatti un loop micidiale che ricandida il quintetto torinese sull’olimpo dell’electrorock nazionale.
“8”, album uscito poco più di un mese fa, venne anticipato dal singolo “Bottiglie rotte”: qui le strofe ospitano un botta e risposta sonoro fra tastiere (Boosta) e chitarra (Max Casacci), sempre «splendidi come star».
Le sonorità decisamente eighties sono richiamate in “Fenice”, carica come la più celebre “Colpo di pistola”, e in “Punto Critico”, brano frenetico e dalle terzine velocissime.
Il singolo attualmente in heavy rotation è “Respirare”: sia dal titolo sia della melodia si percepisce una lontana eco di Loredana Bertè, ma con un testo più profondo, un sound rilassato ed un video che omaggia le avanguardie pittoriche novecentesche (Magritte e Dalì su tutti).
Ne “L’Incubo” la voce felpata di Samuel si alterna al rap di Willie Peyote: insieme raccontano i dubbi di una vita e la difficoltà delle scelte.
«L’infinito sembra un otto sdraiato» cantava Luca Carboni: come non percepire l’ambivalenza del titolo di questo nuovo disco con l’idea di vedere i Subsonica ancora per tanto tempo nella scena musicale?
“8” è a mio parere un disco in linea con le aspettative, non rivoluzionario come i primi lavori ma comunque piacevole sia a livello di suoni (un po’ più vintage del solito) sia a livello di testi ed arrangiamenti.
(Testo dell’articolo di Giorgio Montanari.
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