“Ogni giorno mentre vivo solidifico radici di legami familiari”
Ho letto e “assaporato” le poesie di Giorgio Montanari raccolte nel libro “Finzioni di poesia” e ho aspettato un po’ prima di scrivere la mia recensione. Perché qualcuno mi chiederà? Le recensioni non sono scritte “a caldo”?
Questo è vero ma ogni qualvolta mi trovi a recensire un libro di poesie, cerco di ponderare bene le mie parole e le mie sensazioni. Le poesie a differenza di un romanzo, sono l’espressione dell’anima di chi le scrive, le emozioni che passano direttamente dal poeta al lettore, senza filtri e senza artefici oratoriali.
Le poesie di questa raccolta, ci raccontano la vita dell’autore, il suo scorrere simbolicamente attraverso le quattro stagioni, utilizzate sia per rappresentare gli anni che scorrono inesorabilmente lasciando come scie ricordi e rimembranze, ma soprattutto come valore puramente rappresentativo degli stati d’animo che variano secondo le nostre sensazioni. Quanti di noi non hanno vissuto un “inverno” inteso come tristezza, momento buio dovuto alle varie vicissitudini che purtroppo la vita ci pone lungo il nostro percorso; e quanti di noi, si sono sentiti rinascere a nuova vita, come accade in “primavera” alla natura che si risveglia e si colora dopo il lungo “inverno” e il grigio “autunno”?
“A te, lettore: grazie per il viaggio che stai per percorrere insieme a me”.
Esordisce così Giorgio nel raccontare il suo viaggio di introspezione e riflessione; un viaggio nei meandri delle esperienze vissute affinché siano da esempio a chi legge.
A livello strutturale le poesie sono formate da versi liberi, sciolti, qualche rima baciata, niente di “legato” e niente di costruito, affinché le emozioni e le sensazioni del poeta siano libere di manifestarsi nella loro potenza emozionale. Anche se per sincerità intellettuale, debbo sottolineare la mia predilezione per la poesia con rima baciata ; l’unica “pecca” che rimprovero all’autore e che impedisce di alzare l’asticella alle cinque stelle di gradimento. Ma capisco e comprendo la scelta stilistica dell’autore.
Con semplicità, Giorgio ci insegna ad amare la vita che non è altro che una finzione, un ciak si gira, una ruota, una stagione o come dice il poeta:
“Vivere grazie all’unione di due corpi.
Riconoscere il sorriso della madre.
La prima parola abbozzata da un bimbo.
Imparare tutto dal gioco e dall’esperienza.
La voce bianca che cresce adulta.
Confidarsi con il migliore amico
Lo stress nel mondo del lavoro
Il primo capello bianco
Lo strazio dei parenti al funerale
Lo sbiadire del ricordo in chi ancora vive”.
Attraverso le sue poesie Giorgio vuole inviare un importante messaggio ai suoi lettori: la vita deve essere vissuta appieno, circondata dai veri valori indissolubili dell’esistenza, ossia la famiglia: “godere” di essa tutti i giorni, momento dopo momento, attimo dopo attimo, per evitare di avere rimpianti futuri su “quella pietra tombale” “alla fine del nostro concerto”. Ma soprattutto, lottare per affermare i propri diritti, per raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni; non arrendersi mai neanche di fronte alle difficoltà; I CAN dovrebbe essere il nostro motto:
“Non smettere di sognare.
Ogni fuoco ha il suo destino
e teme il momento in cui svanirà.
Non smettere di sognare
si sente l’urlo dell’incoscio”.
Leggete le poesie fautrici di vita ed emozioni e sosteniamo i nuovi poeti futuro della nostra cultura e letteratura.
Leggete ed emozionatevi!!!
MANU
(Giorgio ringrazia di cuore Emanuela Cassone.
Info sulla pubblicazione qui: http://www.giorgiomontanari.it/poesia/
Per gentile concessione; testo tratto da: https://ilmiomondodilibri75.blogspot.com/2018/06/spazio-nuovi-autori-recensione-del_15.html )