Il destino. Non so se credere al destino o alle coincidenze: forse entrambe le cose mi hanno permesso di riprendere i contatti con Emiliana Erriquez. Ogni tanto capita di perdersi di vista pur non conoscendone il motivo. Sbirciando sulla sua pagina Facebook ho scoperto che è autrice di diversi libri. Fra i nove volumi pubblicati, uno in particolare (e non a caso) colpì la mia attenzione: “Era mia madre”. Emiliana intuirà sicuramente il motivo di questa scelta.
“…il viso adornato da capelli lunghissimi, una cascata filante che splendeva alla luce del giorno appena spuntato e abbracciava il suo esile corpo di bambina confondendolo con il colore del grano”
Questo libro è un viaggio nel tempo e nello spazio. Gli anni del Secondo Dopoguerra, una città del Sud Italia che sembra dimenticata da Dio e gente che cerca di risollevarsi come può: è la storia di Elena.
Incontriamo la protagonista da bambina, ne conosciamo l’infanzia, l’abbandono forzato degli studi; la accompagniamo fino all’età adulta, all’incontro con quello che diventerà l’uomo della sua vita.
Questa non è solo la storia di Elena, ma anche di sua figlia. È proprio quest’ultima a confidarci le vicende della madre intervallandole con una lunga, sofferente e toccante lettera. È lo sfogo di una donna che vorrebbe tornare indietro nel tempo, di una figlia che dipinge sua madre guardandosi dentro, scoprendo quello che avrebbe voluto e potuto dirle.
Non svelo altro… vi dico solo: lasciatevi emozionare.
Recensione a cura di Marianna Salerno.
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